Tutte le battaglie dello Sparviero S-79
Per via della nota carenza di potenza dei motori aereonautici prodotti dalla nostra industria, tutti derivati da licenze estere non più freschissime, l'aviazione italiana é stata quella che più ha applicato la formula del trimotore nel mondo. Non che all'estero questa fosse sconosciuta. Negli USA - paese aereonauticamente molto sviluppato - é stata impiegata con successo nell'aviazione civile (Ford Trimotor, Boeing 80, Stinson Trimotor) ma a partire dalla seconda metà degli anni '30, con l'avvento delle strutture interamente metalliche e la carenza di potenza dei propulsori, ci si orienta, per le linee interne, sulla formula bimotore di cui il Boeing 247 del 1933 può considerarsi il capostipite, seguito subito dal Lockheed Electra e dalla serie dei Douglas (DC2 e DC3). In Italia, se si esclude il bellissimo quadrimotore ad ala alta SIAI Marchetti S.M. 74 del 1935, costruito in soli tre esemplari ed impiegato dall'Ala Littoria sulla linea Roma-Marsiglia-Lione-Parigi e successivamente sulla Roma-Brindisi, la formula trimotore é traticamente generalizzata. Il primo di una lunga serie si questi che, specialmente negli anni precedenti il conflitto, avrebbero reso celebre la SIAI Marchetti, é lo S.M. 73 apparso nel 1934 come aereo da trasporto civile. Il velivolo pone le basi di una formula costruttiva che sarebbe rimasta inalterata per lungo tempo e che avrebbe dato vita a macchine ecceionalmente valide.Così, l'S.M. 79 é la naturale evoluzione degli S.M. 73 ed S.M. 81: monoplano ad ala bassa, con struttura in legno e rivestito in compensato intelato. La fusoliera é in tubi di acciaio al cromo-molibdenosaldati all'autogeno con rivestimento laterale in tela ed in lega leggera per parte del dorso e per il tronco anteriore. A parte la maggiore finezza aerodinamica e l'adoione di motori più potenti, la vera novità rispetto ai predecessori consiste nell'adozione del carrello retrattile le cui ruote scompaiono quasi totalmente nelle gondole dei motori alari.
L'aereo, presentato nel 1934 come trasporto veloce per soli 8 passeggeri, nasconde, in verità, un velivolo da corsa. All'epoca sono in vigore diverse gare internazionali di velocità per apparecchi civili cui partecipano le nazioni aeronauticamente più avanzate, tra cui l'Italia. Il rapporto peso-potenza del nuovo nato di casa SIAI é talmente favorevole (5 kg/CV) da rendere poco credibile la convenienza economica di un impiego generalizzato quale il trasporto, con un carico pgante così esiguo. Nato per partecipare come aereo civile a otto posti alla competizione Londra-Melbourne, l'esordio, fin dai primi collaudi, é più che brillante. I motori adittati inizialmente sono i Piaggio P.IX RC. 40 "Stella" (lic. Gnome-Rhone) da 610 CV ciascuno. Rivelarisi, questi ultimi, insufficienti, si passa ai più potenti Alfa Romeo 125 RC.35 (Bristol Pegasus) e successivamente ai 126 RC. 34, da 750 CV, con la successiva evoluzione 128 RC 18 da 860 CV, sempre prodotti dall'Alfa Romeo su licenza Bristol, equipaggeranno fino alla fine del conflitto, tutta la linea produttiva. Il culmine dei successi sportivi si ha tra il 20 e il 21 agosto 1937 quando cinque S 79 Corsa conquistano i primi posti nella gara Istres-Damasco-Parigi, a una media generale di oltre 350 km/h mantenendo, nella prima tratta, ben 424 km/h. Ancora nel gennaio 1938, tre S 79 "Transatlantico" portano a termine un eccezionale volo a distanza di 9.850 km a ben 404 km/hdi media, tra Guidonia e Rio de Janeiro via Dakar. Le prestazioni velocistiche sono entusiasmanti ed i risultati conseguiti ne decretano il successo commerciale e di esportazione verso diversi paesi tra cui: Romania, Jugoslavia e Brasile. Ma proprio questo dovrà rivelarsi un handicapper l'aeroplano.
Aggiornamento del 09/08/2008
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