72sq_Popale ha scritto:E' un'altra edizione ma credo che sia quella
Anche io ne ho una diversa, ma il contenuto è sempre lo stesso.
72sq_Popale ha scritto:
Leggendo i suoi racconti non capisci che cosa facesse la caccia sovietica,
Beh, sappiamo tutti che all'inizio della guerra i cacciatori sovietici erano per la maggior parte inferiori alle loro controparti tedesche. Il divario di addestramento ed equipaggiamento erano ancora a favore degli attaccanti, ma col tempo la situazione si è rovesciata.
Inoltre in vari episodi della sua narrazione egli stesso fa riferimento ad una grandissima dose di fortuna che lo ha sempre accompagnato durante i voli di guerra.
Naturalmente non vanno tralasciate le sue grandi capacità e l'enorme esperienza acquisita, che a quei tempi facevano la differenza tra il compiere la missione tornando a casa e lasciarci invece le penne, ma la fortuna non l'ha mai abbandonato.
72sq_Popale ha scritto: è stato abbattuto una trentina di volte su 2500 missioni e la maggior parte di questi abbattimenti sono stati a causa dell'antiaerea....Di sicuro ho rivalutato la robustezza dell'aereo ma rimane incredibile come abbia potuto volare fino alla fine della guerra.
Dei tanti grandi piloti della IIWW sopravvisssuti alla guerra lasciando delle memorie, mi pare che quasi tutti siano stati abbattuti qualche volta, per cui non è poi così strano. Tra l'altro Rudel volava su un velivolo destinato all'attacco al suolo, con rischio maggiore di essere colpito dalla contraerea rispetto ad un caccia.
Va considerata la sua abilità nel effettuare atterraggi d'emergenza in condizioni proibitive, ma ancche la robustezza del velivolo utilizzato.
Se infatti durante gli innumerevoli atterraggi d'emergenza che effettuò, lo Stuka avesse preso fuoco oppure gli avessero tranciato un'ala di netto, le probabilità di raccontare ai posteri le sue avventure sarebbero parecchio diminuite.
Quindi, addestramento + capacità + tenacia +coraggio + senso del dovere + fortuna = Un grande soldato e un asso.